Ad oggi l’informazione assume i tratti umbratili e opachi della caverna di Platone. Essa è più sul versante militante e manipolativo che non un mero divulgatore di ciò che accade indipendentemente dall’interesse di chi vuole che si dica cosa accade secondo i suoi desiderata. Per ciò che ci concerne restiamo basiti come questi manipolatori seriali siano in grado di far passare lucciole per lanterne, poiché la linea di demarcazione ormai si è completamente offuscata. Ci resta solo che basarci sui comportamenti individuali, non tanto sui fatti perché per come vengono lasciati intendere possono recare con sé una spinta, ahimè manipolata.
Tutto è facilmente fraintendibile e tutto è confuso, volutamente. L’unico vero elemento ineludibile resta il discernimento di ognuno, lì lavorano, nel silenzio e nella totale individuale spinta al sapere, meccanismi ineffabili che portano la soluzione di come muoversi, di cosa fare e di cosa poter realmente pensare. La natura ha i sui meccanismi di difesa, e non solo, l’imprevedibilità tramite il principio dell’entropia universale, è in grado di sbaragliare qualsiasi piano ben congegnato. Ritagliare per se stessi, in qualsiasi istante della propria esistenza, uno spazio meditativo è cosa essenziale, in quanto può risultare il vero punto di svolta all’interno di un quadro scombussolato e frenetico, reso volutamente tale. In quel percorso di consapevolezza ci si può distaccare anche dall’educazione ricevuta, dai crismi sociali e vedersi nudi nella propria essenza, da lì scaturisce il vero elemento risolutivo, la vera rivoluzione.
E’ capitato a tutti, in momenti di concitazione, di rendersi conto, improvvisamente, di comprendere che ciò che si stava compiendo non era ciò che ritenevamo appropriato per noi, quindi di prendere coscienza. Nulla è più potente dell’esperienza per risvegliare la consapevolezza. Pertanto nella comunicazione, riteniamo opportuno concentrarci sui dettagli di chi lavora silenziosamente senza troppo apparire, riteniamo opportuno dar voce a chi sin’ora è stato lasciato, volutamente, in disparte, riteniamo opportuno parlare con tutti senza che nessuno si senta menomato nella sua porzione di essere. Questo è il segno della nostra differenza, ci siamo anche noi e procediamo con rispetto, assiduità e determinazione.
Fabio Tauton